2009/05/27

1969/05/27: Lo straordinario successo del volo di Apollo 10 sulla stampa italiana

Il rientro sulla Terra di Stafford, Young e Cernan nella prima pagina de "La Stampa" di martedì 27 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Perfetta conclusione dell'avventura spaziale

A bordo della portaerei spiegano com'è la Luna
L'"Apollo" si è posato sulle onde del Pacifico alle 17,52 di ieri, all'ora voluta e nel punto prestabilito - Spasmodica attesa durante l'interruzione dei contatti radio - I tre astronauti sono "in ottima forma" - Hanno compiuto la più ardita impresa mai tentata dall'uomo; in luglio lo sbarco sul Satellite

(Nostro servizio particolare) Washington, 26 maggio. Il fantastico viaggio dell'Apollo 10 dalla Terra alla Luna - con ricognizione ravvicinata del satellite fino a quindici chilometri di quota e manovra di sbarco simulato sulla superficie lunare, sfiorando quasi crateri e picchi di quel mondo - si è concluso questa sera in un modo che no è retorica definire trionfale. La discesa nel Pacifico, ad oriente delle Isole Samoa, è avvenuto all'ora prestabilita, nel punto di mare previsto, con così assoluta rispondenza ai calcoli dei tecnici che si è potuto vedere alla televisione con impressionante chiarezza la capsula reduce dallo spazio cullarsi lentamente nel cielo appesa a tre giganteschi paracadute e posarsi lieve sulle onde appena appena increspate dell'oceano.
La manovra di discesa e recupero della capsula che recava a bordo i tre astronauti ha avuto inizio alle 17,22 (ora italiana) quando il "modulo di servizio", contenente il motore principale, che era stato azionato per sottrarre la navicella alla forza di attrazione lunare e avviarla verso terra, è stato sganciato e abbandonato nello spazio. Il "modulo di comando" ha proceduto quindi nel suo tragitto in direzione dell'oceano Pacifico, ad una velocità di circa 39.800 chilometri orari. La manovra di separazione dei due "moduli" è avvenuta conformemente ai piani, mentre "Apollo 10" passava al di sopra della costa occidentale dell'Australia. "Il modulo di comando" - a forma di cono dalla larga base - ha compiuto un capovolgimento che ha collocato in direzione dell'atmosfera terrestre la parte allargata, vale a dire lo scudo protettivo antitermico, capace di assorbire l'enorme calore (la temperatura viene valutata in circa 3000 gradi centigradi) provocato dall'attrito dell'aria contro le pareti della capsula.
Alle 17,37 la cabina spaziale ha raggiunto i primi strati dell'atmosfera ed ha così avuto inizio il breve periodo di interruzione dei contatti radiofonici, previsto e inevitabile, ma sempre gravido di suspense. In quel momento la navicella distava poco più di 181 chilometri dalla Terra. Alle 17,52 la capsula è ammarata nelle acque del Pacifico, a poco più di due chilometri di distanza dalla "Princeton". Il paracadute principale destinato a rallentare la discesa si era aperto alle 17,47. 
L'ammaraggio è avvenuto esattamente 192 ore e 3 minuti dopo la partenza da Cape Kennedy.
Durante l'attraversamento dell'atmosfera terrestre la cabina è stata sottoposta ad una forza di gravità sette volte superiore a quella normalmente avvertita sulla superficie della Terra. Essa si è inserita, con una angolazione di 6,5 gradi, nel "corridoio di sicurezza" largo 60 chilometri fissato per assicurare il rientro ed evitare il duplice pericolo di una disintegrazione al contatto con l'aria e di uno "scivolamento" verso un'orbita solare senza fine.
Alcuni "uomini rana", gettatasi in acqua dagli elicotteri, hanno disposto intorno alla capsula una cintura di galleggiamento ed hanno stabilito il contatto telefonico con l'equipaggio. 
In prossimità della capsula erano state disposte anche alcune zattere di gomma. Poi, circa 25 minuti dopo l'ammaraggio, gli "uomini rana" hanno aperto il portello per consentire l'uscita dei cosmonauti, il loro passaggio su una delle zattere di gomma ed infine il loro trasferimento (a mezzo di un cavo) sull'elicottero che li ha trasferiti sul ponte della portaelicotteri.
Sorridenti e distesi, i tre cosmonauti sono scesi dall'elicottero sul ponte della Princeton, ricevuti dagli applausi dei marinai dell'equipaggio, i quali avevano disposto per loro, sul ponte, un tappeto rosso. Erano esattamente le 18,30. Per primo ha posto piede sulla nave Eugene Cernan, seguito da John Young e Thomas Stafford. Con la massima tranquillità hanno cominciato a parlare: ora riferiranno ai tecnici i particolari del loro viaggio e diranno che cosa hanno visto della Luna.
Il primo sbarco umano sul Satellite è fissato, in linea di massima, per il prossimo luglio. (a.b.)



Messaggio di Saragat

Roma, 26 maggio. Il Presidente della Repubblica Saragat ha fatto pervenire al Presidente degli Stati Uniti d'America, Richard Nixon, un caloroso messaggio nel quale vengono formulate a nome di tutto il popolo italiano le più vive felicitazioni per l'esito dell'impresa di Apollo 10. (Ansa)


Il felice ritorno sul nostro pianeta dell'equipaggio di Apollo 10 capeggia sulla prima pagina del quotidiano "La Nazione" del 27 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/05/26

1969/05/26: Ultime ore nello spazio e il rientro sulla Terra nell'Oceano Pacifico

Lunedì 26 maggio 1969: è il giorno programmato dal piano di volo per il ritorno sulla Terra dell’equipaggio di Apollo 10. Dopo la consueta sveglia dal Centro di Controllo di Houston e una ricca e abbondante colazione, Stafford, Cernan e Young si preparano ad affrontare la loro ultima giornata completa nello spazio.

Prima di iniziare le manovre per la fase di rientro nell'atmosfera, i tre astronauti accendono per l'ultima volta la telecamera a colori che in questi otto giorni di volo ha inviato sulla Terra fantastiche immagini del nostro pianeta e del suo satellite naturale. Sono trascorse 186 ore e cinquantuno minuti dall'inizio della seconda missione lunare umana verso la Luna. In Italia l'orologio segna le 12:40, ora di pranzo.

La trasmissione è breve, solo undici minuti, e mostra i tre astronauti visibilmente stanchi dal lungo viaggio Terra-Luna-Terra, ma sereni e "sbarbati", dopo l'"operazione rasatura" effettuata con successo il giorno precedente, pronti per ritornare a casa e respirare fra poche ore l'aria fresca marina dell'Oceano Pacifico.



Terminato il collegamento, è il momento di sistemare a dovere l'interno della cabina dell'Apollo: i tre astronauti ripongono tutti gli oggetti mobili, aggiornano il calcolatore di bordo, si rimettono le stesse tute indossate al momento del lancio il 18 maggio e si assicurano con le cinghie, visto le tremende sollecitazioni che il veicolo spaziale dovrà subire al momento di attraversare gli strati densi dell'atmosfera.

Dopo 191 ore e 33 minuti di volo, alle 17.22 italiane, Stafford, Cernan e Young iniziano le manovre di rientro: sganciano il Modulo di Comando (CM), dove sono alloggiati, dal Modulo di Servizio (SM), capovolgendolo per collocare lo scudo termico in direzione dell'ormai prossima atmosfera terrestre.

L'incontro con i primi strati dell'atmosfera che proteggono il nostro pianeta dalle radiazioni cosmiche avviene ad un'altitudine di 122.000 metri dalla superficie terrestre e alla velocità di 39.600 km orari. A causa della compressione dell’aria di fronte al veicolo spaziale, si sviluppa intorno ad esso una temperatura di 2.800 gradi, impedendo ogni forma di comunicazione tra i tre dell'Apollo e la base di controllo sulla Terra. E' il momento del "blackout" radio, l'ultima grande "suspense" del memorabile volo di Stafford, Young e Cernan.

Raffigurazione artistica della capsula Apollo 10 al momento del rientro nell'atmosfera terrestre (fonte: Spacefacts).


Per la prima volta nella storia delle esplorazioni spaziali, il rientro di una navicella con a bordo un equipaggio umano può essere seguito in diretta attraverso la televisione in quasi tutto il mondo. Sui teleschermi, Apollo 10 appare come un puntino luminoso nel cielo nero dello spazio: una piccola luce seguita da una lunga scia di fiamme rosa, come un bolide celeste che cade in un cielo terso d'estate.

Alle 17:42 italiane, dopo quattro minuti di silenzio, viene ripristinato il collegamento radio con la capsula. Alle 17:46, i primi paracadute dal diametro di cinque metri si aprono, rallentando la velocità di rientro della navicella, ciò che rimane dell'immenso colosso staccatosi dalla rampa di lancio di Cape Kennedy.

Cinque minuti dopo anche i tre grandi paracadute principali si dispiegano. Alle 17:52 il perfetto "splashdown" nelle acque dell'Oceano Pacifico, a circa 560 chilometri ad est di Pago Pago e a circa sei chilometri dalla portaerei di recupero "Princeton". Durata dello straordinario viaggio, preparatorio del prossimo primo sbarco umano sulla Luna previsto per il prossimo luglio: otto giorni, tre minuti e ventidue secondi.

Il rientro di Apollo 10 nell'Oceano Pacifico, fotografato da un elicottero.


Foto AP10-S69-21036, scansione NASA.


Ha inizio il recupero degli astronauti dalla capsula Apollo dove hanno vissuto per più di otto giorni.


Mezz'ora più tardi, gli uomini di Apollo 10 sono già a bordo della portaerei, che ha steso sul ponte di comando il tradizionale tappeto rosso, simbolo che gli Stati Uniti d'America riserva alle più importanti personalità. I tre uomini dalle NASA appaiono in buona salute e felici per il buon esito della missione a loro affidata.

Il comandante di Apollo 10, Thomas Stafford, rivolge un breve saluto all'equipaggio imbarcato sulla portaerei di recupero "Princeton". Alle sue spalle gli altri due grandi protagonisti della missione, John Young e Eugene Cernan.


Non è passata un'ora da quando i tre astronauti hanno messo piede sulla portaerei, che Thomas O. Paine, direttore della NASA, l'ente spaziale americano, si reca nel salone delle conferenze del Centro Spaziale di Houston per leggere questa dichiarazione: "Esattamente otto anni ieri, gli Stati Uniti presero la decisione di far discendere uomini sulla Luna e di farli tornare a casa sani e salvi entro la fine del presente decennio. Oggi, in questo momento, dopo il felice arrivo dell'equipaggio dell'Apollo 10 a bordo della Princeton, sappiamo che possiamo andare sulla Luna. E andremo sulla Luna. Tom Stafford, John Young e Eugene Cernan ci hanno definitivamente incoraggiato a compiere questo ardito passo".

1969/05/26: Il giorno del rientro sulla Terra per Stafford, Young e Cernan su "Stampa Sera"

L'edizione di "Stampa Sera" uscita la mattina di lunedì 26 maggio 1969 con la notizia del previsto ritorno sulla Terra degli astronauti di Apollo 10 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/05/25

1969/05/25: Vigilia del ritorno sulla Terra con collegamenti TV e una "rasatura perfetta"

Domenica 25 maggio. Lasciata ormai alle spalle la Luna e usciti definitivamente dalla sua zona di influenza gravitazionale, i tre astronauti di Apollo 10 percorrono alla fantastica velocità di oltre 9.000 km l'ora il sentiero celeste che li condurrà domani, alle 17:52 ora italiana, sulle agitate acque dell'Oceano Pacifico.

Dopo la tensione e i rischi dei giorni scorsi e lo straordinario successo fin qui ottenuto dalla ventesima missione umana americana nello spazio, la seconda lunare, il viaggio di ritorno di Tom Stafford, Eugene Cernan e John Young si svolge tranquillo, con lunghe ore di riposo inframezzate dai controlli agli apparati di bordo e da nuovi collegamenti televisivi con la Terra.

Sono trascorse 152 ore e 29 minuti dall'inizio dello straordinario viaggio quando i tre astronauti accendono di nuovo la loro preziosa telecamera a colori. E' la diciassettesima trasmissione televisiva in diretta della missione: un record. In Italia le lancette dell'orologio segnano le 02:18 di notte.




Anche il cibo a bordo di Apollo 10, a detta dei tre astronauti, è molto migliorato, rispetto a quello consumato dagli "spacemen" della NASA nelle missioni precedenti. Un vero privilegio. Durante uno dei collegamenti radio con la base di Houston, John Young annuncia: "Ragazzi, volevo informarvi che abbiamo appena finito di mangiare un sandwich di pollo". "E che gusto aveva, John?", chiedono da terra. "Che ci crediate o no, aveva proprio il sapore di pollo!" risponde ridendo Young.

Come ha spiegato in numerose interviste il dottor Malcom Smith, responsabile dell'igiene alimentare degli astronauti della NASA: "I nostri esploratori spaziali, quando hanno fame, mangiano tutto ciò che mettiamo davanti, ma se diamo loro un cibo più saporito, soprattutto nel corso delle prossime missioni spaziali di lunga durata, come nel caso del viaggio Terra-Luna-Terra, si ottiene crediamo un miglior rendimento nelle prestazioni degli uomini che anche nel cosmo hanno naturalmente esigenze di palato".

Un'altra "prima" della missione di Apollo 10 è che per la prima volta gli astronauti hanno la possibilità di radersi la barba nello spazio. "Houston, stiamo ora per dare corso all'esperimento scientifico Romeo Alfa Delta Echo Romeo Sierra India", radiotrasmette il pilota del Modulo di Comando John Young, "E lo faremo nel solito modo, come qualsiasi altro essere umano". I tre astronauti estraggono da un apposito contenitore un tubetto di crema da barba, un rasoio usa e getta, dei piccoli asciugamani, tutti comprati in un comunissimo negozio al Centro Spaziale Kennedy, e senza tanti preamboli iniziano a radersi una barba di sette giorni.

Nel fotogramma estratto da un filmato scattato dalla cinepresa di bordo di Apollo 10, il pilota del Modulo di Comando John Young mentre si rade una barba di sette giorni.


Alle 23.16 ora italiana, poco prima di iniziare l'ultimo periodo di riposo nello spazio prima del rientro a terra, Stafford, Young e Cernan inviano una nuova breve trasmissione televisiva in diretta.



Con questo ultimo collegamento si chiude la giornata del 25 maggio, lo stesso giorno in cui otto anni prima, davanti al congresso degli Stati Uniti d'America, l'allora presidente John F. Kennedy chiese all'intera nazione di impegnarsi affinché un cittadino a stelle e strisce atterrasse sulla Luna e ritornasse sano e salvo sulla Terra entro la fine del decennio.

1969/05/25: La vigilia del rientro a Terra su "La Stampa"

Le ultime notizie sul volo di Stafford, Cernan e Young alla vigilia del rientro a terra sulla prima pagina de "La Stampa" di domenica 25 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/05/24

1969/05/24: Ritorno verso casa!

Sabato 24 maggio 1969: per Tom Stafford, Eugene Cernan e John Young è il giorno dell'addio alla Luna e il ritorno verso il loro pianeta natale. Alle 11:25 ora italiana, a 137 ore e trentasei minuti dall'inizio della missione, quando i tre astronauti si trovano sul lato nascosto del satellite, viene acceso il potente unico motore (SPS) del Modulo di Servizio (SM) per passare dalla velocità tenuta in orbita lunare, 3.535 km circa, a quella di 9.650 km necessaria per sottrarsi all'attrazione gravitazionale del corpo celeste più vicino alla Terra ed entrare in quello stretto corridoio che li condurrà di nuovo a casa.

È il momento del "blackout", del silenzio radio tra la navicella e il nostro pianeta. Al Centro di Controllo di Houston si tornano a vivere momenti di tensione: è solo la seconda volta nella storia delle missioni lunari con equipaggio che questa manovra viene effettuata. La prima fu con il volo di Apollo 8 nel dicembre 1968. E come allora, grazie alla potente spinta del razzo i tre di Apollo 10 si distaccano definitivamente dall'orbita di Selene puntando spediti verso la Terra. La loro direzione è esatta, forse non saranno neppure necessarie delle correzioni di rotta. Da Houston arrivano i complimenti ai tre astronauti: "Fantastico ragazzi, state venendo giù lungo il miglior canale navigabile che esista!".

Mentre l'Apollo 10 si allontana dalla Luna, Stafford, Cernan e Young accendono di nuovo la loro telecamera a colori, condividendo con i telespettatori terrestri, collegati in diretta davanti allo schermo di casa o davanti ad una delle tante vetrine dei negozi di elettrodomestici, una delle più spettacolari immagini televisive della missione: l'astro illuminato a giorno dal Sole attraverso i finestrini della capsula Apollo.

"Mentre ci allontaniamo", dice Stafford, "la superficie della Luna ci appare quasi marrone. Spicca contro il nero più nero che mai si possa vedere". "Possiamo vedere", prosegue il comandante di Apollo 10, "l'intero Mare di Smyth e il Mare della Tranquillità. Il Mare della Serenità sembra più chiaro del Mare della Tranquillità, di un marrone vicino al color cioccolato". E conclude: "Sapete una cosa, questa nostro satellite, questa nostra Luna, ha avuto un duro inizio laggiù".

Sono trascorse 137 ore e cinquanta minuti dal "liftoff" dalla rampa di lancio di Cape Kennedy. In Italia sono le 11:39 di un caldo mattino primaverile.

Animazione digitale dell'abbandono di Stafford, Young e Cernan dell'orbita lunare, sincronizzata con l’audio originale della missione, seguita (a 12:00) dalla diretta TV originale.

L'addio alla Luna dell'equipaggio di Apollo 10, ripreso con la cinepresa a bordo del veicolo spaziale.


Foto AS10-35-5249, scansione JSC.

1969/05/24: Il giorno del ritorno verso la Terra da "La Stampa"

Le ultime notizie sulla missione di Apollo 10,  sulla prima pagina de "La Stampa" di sabato 24 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/05/23

1969/05/23: Giorno di riposo dopo il successo della "simulazione di sbarco"

Dopo la spettacolare giornata di ieri (oggi in Italia), la complessa manovra: sgancio del LM "Snoopy", sorvolo ravvicinato della superfice lunare e successivo riaggancio con il Modulo di Comando "Charlie Brown", è durata fino alle prime ore del mattino ora europea), con gli eccezionali risultati ottenuti nelle manovre di "sbarco simulato" sulla Luna, agli intrepidi astronauti di Apollo 10 oggi viene concessa una giornata di meritato riposo. Stafford, Young e Cernan si limitano al completo controllo degli strumenti di bordo della capsula in vista del viaggio di ritorno e all'affascinante osservazione del paesaggio lunare.

Dall'orbita che varia dai 101 a 120 chilometri di altezza, i tre uomini della Nasa osservano e descrivono il panorama sottostante: "Ci sono crateri che sembrano prodotti dall'impatto di un corpo e altri che sembrano vulcani. C'è ne uno, là dietro, che se fosse in un ambiente diverso lo chiamerei sicuramente Fujiyama". E poco dopo: "Vediamo un cratere il cui pendio esterno è disseminato da tanti massi grossi e neri". E a proposito dell'esperienza avuta a bordo dello stadio di ascesa del LM al momento dell'accensione del motore, Stafford dice: "Ragazzi, se volete fare un viaggio simulato sul Modulo Lunare, fatevi mettere un secchio in testa dai vostri bambini e fateci picchiare sopra con dei cucchiai".

Unico problema a bordo: delle piccole particelle che galleggiano nella cabina e che si insinuano all'interno delle tute causando un fastidioso prurito all'equipaggio di Apollo 10. Esse, inoltre, entrando in contatto con le vie respiratorie degli astronauti, le irritano, facendoli starnutire sovente.

Il programma di volo prevede per domani l'addio al satellite naturale della Terra con l'accensione del potente motore SPS (Service Propulsion System) del Modulo di Servizio alle 11:25 ora italiana.

Foto AS10-34-5158, scansione JSC.


Foto AS10-34-5162, scansione JSC)


Foto AS10-34-5172.


Foto AS10- 34-5173.


Foto AS10-31-4521, ricerca di Danny Caes.


Foto AS10-31-4646, scansione NASA.


Foto AS10-29-4254, ricerca di Danny Caes.


Foto AS10-30-4437, ricerca di Danny Caes.


L'affascinante spettacolo del sorgere della Terra sull'orizzonte lunare  (dal settimanale "L'Europeo", dalla collezione personale di Gianluca Atti).

1969/05/23: La riuscita impresa della "prova generale" lunare sulla prima pagina de "La Stampa"

La prima pagina del quotidiano La Stampa uscita nelle edicole venerdì 23 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti). Nella didascalia, Young viene erroneamente indicato come “comandante”, ma il comandante di Apollo 10 è Stafford.

Il momento più entusiasmante dell'impresa astronautica americana

Guardano la Luna come da un aereo

La scialuppa di discesa, Lem, si è staccata dall'astronave madre e si è avvicinata sino a 15 mila metri dalla superficie lunare: a bordo, i due piloti Stafford e Cernan - Il "terzo uomo" Young è rimasto nella navicella principale che continua a girare attorno alla Luna a oltre 100 km di quota - Qualche istante d'ansia prima del distacco: era stato notato un guasto - I cosmonauti hanno osservato il paesaggio lunare e studiato la zona dove avverrà lo sbarco

All'alba di stamane la "scialuppa di sbarco" si è ricongiunto con l'Apollo

(Nostro servizio particolare) Washington, 22 maggio. Prima ancora di descrivere le complesse e difficili manovre compiute oggi dagli uomini dell'Apollo 10 nella loro impresa spaziale (e non è mancata una breve "suspense" che ha dato un brivido ai tecnici di Houston) riferiamo soltanto un dato che basta  di per sé a mettere in evidenza la caratteristica essenziale  della giornata odierna: quindici chilometri.  E' la quota media alla quale volano gli aerei a reazione sulle normali rotte Parigi-New York. Ma i piloti che si trovavano a bordo della "scialuppa di discesa modulo Lem" non hanno volato sull'Atlantico, non vedevano sotto di sé le onde dell'oceano o le nubi gravide di pioggia della nostra Terra, ma scorgevano sotto di sé, attraverso il vetro-quarzo dell'oblò, per la prima volta nella storia dell'umanità, non velato dall'atmosfera, non turbato da correnti di aria, limpido e stagliato contro il nero cupo di un cielo privo di riflessi e trapunto di stelle, con chiarezza abbacinante, un paesaggio nuovo, tormentato di crateri e di circhi, fatto di lava e di pomice e di rocce. Il paesaggio di un altro mondo, la Luna.

E' un'impresa che resterà nella storia, che i nostri figli e i nostri nipoti impareranno dai libri di scuola, ma non è stata un'impresa facile. Ad un certo momento, anzi, si è temuto il peggio. Il viaggio odierno, si ricorderà, è l'ultimo, definitivo prima dello sbarco degli astronauti sul suolo della Luna, previsto per il prossimo luglio. Fino a mezzogiorno di oggi tutto era andato bene: il mostruoso razzo Saturno 5 s'era levato dalla rampa di Cape Kennedy e aveva immesso la navicella dell'Apollo nella cosiddetta orbita di parcheggio circumterrestre, poi gli stadi successivi avevano spinto l'abitacolo (alla velocità di quasi 40 mila chilometri orari) in direzione del satellite terrestre. Rotta pressoché esatta, una sola correzione, lunedì, ordinata dai cervelli elettronici della base. L'astronave si è avvicinata sempre più alla Luna, prima rallentando la sua corsa poi riprendendo di velocità via via che l'attrazione gravitazionale della Luna assumeva la prevalenza in confronto a quella terrestre. Infine l'accensione dei motori suppletivi, l' immissione in un'orbita circumlunare, molto allungata con un apogeo di oltre trecento chilometri dal nostro satellite.

Tutto ciò è storia di ieri. Oggi l'Apollo si è trovato a volare attorno alla Luna, prima come si è detto in un'orbita molto allungata, eccentrica e poi in un'orbita più o meno circolare a 110 chilometri metri di quota, ottenuta con una nuova accensione dei "razzi di correzione". Una manovra delicata, dove ogni secondo di ritardo voleva dire decine e centinaia di chilometri fuori strada. Ma tutto è andato bene.

Si è così giunti alla fase culminante della giornata odierna, il distacco della scialuppa-ragno (o modulo Lem che dir si voglia) con a bordo due degli uomini, Stafford e Cernan, la discesa sino a 15 km dalla superficie lunare e domani la "risalita" ed il ricongiungimento con l'astronave-madre, che nel frattempo avrebbe continuato a ruotare nella sua orbita circumlunare, in attesa di prendere a bordo gli audaci e riportarli, attraverso 380 mila chilometri di spazio, al pianeta Terra. Una manovra complessa, rischiosa, finora tentata una volta sola (in occasione del viaggio di Apollo 9, il predecessore dell'attuale) ma in prossimità della Terra, senza quindi le incognite che è lecito aspettarsi da un ambiente inesplorato, come quello lunare, dove anche la gravità e il campo magnetico presentano irregolarità tuttora prive di una spiegazione completa.

Vediamo lo sviluppo dei fatti. Le ultime poche ore che hanno preceduto la separazione del Lem sono state caratterizzate da eventi drammatici. Quando Cernan ha aperto il tunnel collegante le due navicelle, per passare dall'una all'altra, aveva trovato dell'isolante, una fascia sottile di alluminio da confezioni, che galleggiava nel tunnel essendosi distaccato dalle apparecchiature. Pezzetti di questo isolante erano finiti probabilmente nella valvola di scarico del gas del tunnel. Si è avuta subito una febbrile attività al Centro di controllo: si trattava di eliminare presto, e del tutto, l'inconveniente che causava un notevole nervosismo negli astronauti. Poi un altro guaio, lo "slittamento" del collare che lì per lì ha fatto temere l'annullamento dell'intera manovra. Ma l'allarme è durato poco. Era destino, questa volta, che tutto dovesse finire bene per gli uomini della Nasa. Dallo spazio è arrivata a Houston la voce rassicurante di Cernan: "Siamo a posto, siamo a posto, tutto ora è o.k".

Audace manovra nel cosmo sfiorando i crateri lunari

Il distacco del modulo lunare con a bordo gli astronauti Stafford e Cernan dalla navicella madre (nella quale è rimasto Young) è avvenuto esattamente alle 21,11 , due minuti prima dell'inizio del silenzio radio, dovuto all'entrata dell'Apollo nello spazio retrostante la Luna rispetto alla Terra. Al momento della separazione è stato Young nella cabina principale dell'Apollo ad accendere i getti direzionali per allontanarsi dal Lem.

"Adios - ha esclamato - ci rivedremo fra sei ore circa". Circa una mezz'ora dopo il distacco, alle 21,45, è cominciata la discesa del Lem verso la superficie lunare.

Alle 22,21, l'annuncio più atteso: il Lem, la scialuppa di discesa staccatasi dall'astronave madre dell'Apollo, aveva raggiunto la minima quota prevista sulla superficie lunare: quindici chilometri. La mancanza assoluta di atmosfera rende la visibilità di una chiarezza che sulla terra non si può immaginare.

Alle 22,35 il "modulo lunare" riapriva il contatto radio. Si è sentita la voce di Cernan che gridava: "Vi dico, siamo bassi, ci siamo davvero vicini, ragazzi". Una eccitazione del genere nella voce di un astronauta non si udiva dall'epoca dei primi voli spaziali nel 1961. Cernan ha esclamato: "Siamo al punto giusto, incredibile. Maskelyne è sotto di noi. Ci sono un'infinità di buchi quaggiù, è fantastico".

Maskelyne è il grosso cratere situato in vicinanza della pianura accidentata in cui scenderanno in luglio gli astronauti dell'Apollo 11. Stafford ha detto: "Ha grosse rocce tutt'intorno lungo il bordo interno e lungo il pendio esterno".

Poco prima dell'1,30 di notte la "scialuppa di discesa" ha cominciato a ruotare vorticosamente su se stessa. E' stato un momento di intensa drammaticità. Stafford e Cernan non riuscivano a controllare la sbandata che minacciava di rendere impossibile l'accensione dei razzi all'istante e nella posizione voluta.

Dopo dieci minuti di affannosi tentativi, Stafford è finalmente riuscito a fermare la sbandata. Stafford ha spiegato: "Il modulo lunare mi è scappato di sotto quando ho tentato di manovrare".

Alle 2,02 Stafford ha acceso i motori: da quel momento la distanza tra il "Lem" e la navicella madre a preso a diminuire, i preliminari per la manovra di aggancio si sono svolti secondo i piani. Alle 2,32 l'orbita del "Lem" era diventata parallela a quella dell'Apollo che, da mercoledì sera, gravita a 112 km dalla superficie lunare. La distanza tra le due orbite è stata resa costante, cioè di 27,7 chilometri.

I due astronauti del "Lem" hanno avuto difficoltà con le macchine fotografiche mentre sorvolavano a bassa quota la superficie lunare e i previsti punti di atterraggio.

Il ricongiungimento del "modulo lunare" con l' "Apollo" è avvenuto alle 3,55 (ora italiana di venerdì mattina). Le due parti del vascello spaziale hanno proseguito ancora nel loro volo praticamente a contatto; soltanto alle 4,12 è stata compiuta l'operazione di aggancio vero e proprio con il trasbordo di Stafford e Cernan nell'abitacolo della cabina madre. Successivamente il "Lem" verrà abbandonato nello spazio e l'astronave-madre continuerà a ruotare attorno alla Luna finché, domani, si riaccenderanno i motori e la navicella riprenderà la via della Terra.  (r.s.)


La copertina del settimanale "L'Europeo" con l'anteprima del memoriale dei tre astronauti di Apollo 10 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

2009/05/22

1969/05/22: Il grande giorno. Si sfiora la Luna

Giovedì 22 maggio 1969: è il grande giorno per Thomas Stafford, John Young e Eugene Cernan. Oggi i compiti affidati dal rigoroso piano di volo debbono essere portati a termine nel miglior modo possibile. Non solo per la missione stessa di Apollo 10, ma per l'intero programma lunare americano. Dalla riuscita delle difficili manovre previste per oggi, le quarte dall'inizio del viaggio, dipende la straordinaria possibilità di far sbarcare il primo equipaggio umano sulla Luna verso la seconda metà di luglio di questo anno storico per l'astronautica.

Dopo la consueta sveglia data dal Centro di Controllo di Houston, consumata una rapida colazione, Cernan e Stafford strisciano attraverso il condotto di collegamento all'interno di "Snoopy" (questo il nome dato dagli stessi astronauti al Modulo Lunare o LM), lasciando il solo John Young a bordo del Modulo di Comando "Charlie Brown".

Dopo aver controllato tutti i dispositivi, i due astronauti sono pronti alla separazione quando da Houston viene riscontrato uno slittamento di tre gradi del "collare" di congiungimento tra le due navicelle principali: la capsula Apollo e il LM non sono più allineati. C'è un rischio: se l'inclinazione aumentasse, se cioè lo sfasamento progredisse fino a raggiungere un valore di sei gradi, il Modulo Lunare e la capsula Apollo, una volta separatisi, non avrebbero più possibilità di ricongiungersi. "Se lo slittamento del "collare" arriva a sei gradi, rinunciate alla manovra di separazione", consigliano da Houston agli astronauti.

Poco dopo aver ricevuto queste ultime istruzioni, il complesso spaziale sparisce dietro la faccia a noi nascosta della Luna, interrompendo tutte le comunicazioni con la Terra. Seguono quaranta minuti di tensione. Si teme che tutto sia compromesso e che Apollo 10 debba concludere la missione con la rinuncia alla parte più importante del programma di volo. Alla base di controllo di Houston l'attesa è snervante ed angosciosa.

Sono le ore 20:00 ora italiana quando giunge a terra la voce di Stafford: "Houston, riceviamo i vostri dati di nuovo chiaramente. Siamo a dieci metri da Charlie Brown e procediamo in formazione". Il LM e l'Apollo si sono quindi regolarmente separati e poco dopo, alle 20:18 italiane, una trasmissione televisiva in diretta ne dà la conferma. È John Young, da bordo della navicella madre, che punta la telecamera attraverso uno dei finestrini del Modulo di Comando, sul buffo "ragno lunare" e così in tutte le televisioni del mondo, a colori o in bianco e nero, si può vedere "Snoopy" che fluttua sicuro nello spazio circumlunare, mentre gira lentamente su se stesso in una sorta di "balletto cosmico" senza precedenti.

La diretta televisiva della CBS del distacco del Modulo Lunare "Snoopy" dal Modulo di Comando "Charlie Brown".


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Foto AS10-34-5066, scansione JSC.


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Dopo aver viaggiato in formazione per circa un'ora e mezza, ad una distanza di 15 metri, il LEM e l'astronave Apollo si separano rapidamente. "Adios, ci rivedremo fra sei ore!", esclama Young, mentre la telecamera mostra il rapido aumento della distanza tra "Snoopy" e "Charlie Brown". "Divertiti mentre noi siamo via", risponde Cernan.

Alle 21:35 ora italiana, a 99 ore e 46 minuti dal distacco della rampa di lancio di Cape Kennedy e a quasi 400.000 chilometri dal loro pianeta, Eugene Cernan accende il motore di discesa del LM avvicinandolo sempre di più alla quota stabilita dal piano di volo. Con il progredire degli eventi in vista della discesa fino a 15.000 metri dalla superficie della Luna, la spensieratezza e l'umorismo che avevano sin qui contraddistinto il viaggio dell'equipaggio di Apollo 10 diminuiscono. Gli scambi di battute con la base a terra diventano brevi e secchi: sono ore cariche di tensione.

Alle 22:21 italiane arriva l'annuncio più atteso con le parole entusiaste del pilota di "Snoopy" Cernan: "Ragazzi, ci siamo! Ci siamo proprio sopra! Stiamo scendendo, vi dico, siamo vicini. Ci siamo!". Il Modulo Lunare, la scialuppa di discesa staccatasi dal Modulo di Comando circa due ore e mezza prima, ha raggiunto la minima quota prevista dalla superfice lunare. "Formidabile, fantastico, incredibile!", ripetono più volte i protagonisti della seconda missione umana verso la Luna.

Durante il primo sorvolo ravvicinato alla velocità di 6.000 km orari, i primi due uomini ad osservare così da vicino la desolata e frastagliata superfice selenica descrivono il Mare della Tranquillità, la zona prescelta per l'atterraggio di Apollo 11. "La parte che stiamo sorvolando", dice Stafford, "è molto liscia, simile ad argilla bagnata. Ricorda il letto asciutto di un fiume del Nuovo Messico o dell'Arizona".

"Riusciamo a distinguere molti particolari della superficie", prosegue il comandante di Apollo 10, "massi, piccoli crateri e profonde fenditure". La nitidezza del paesaggio che scorre sotto agli occhi dei due astronauti, mancando qualsiasi atmosfera, nubi, nebbia o gas, è straordinaria.

Durante i due passaggi a bassa quota dal suolo, Stafford e Cernan eseguono una serie di riprese fotografiche e cinematografiche e collaudano un nuovo tipo di radar che servirà a fornire dati per l'allunaggio vero e proprio.

Al termine della seconda orbita, gli astronauti a bordo di "Snoopy" danno inizio alla manovra più emozionante, quella che simula il decollo dalla superficie della Luna separando lo stadio di discesa del Modulo Lunare da quello superiore dove si trovano Stafford e Cernan. Ma poco prima che questo avvenga il LM comincia ad oscillare e a ruotare paurosamente, sbattendo i due piloti contro le sottili pareti dell'abitacolo e le delicate apparecchiature di bordo. La ripresa filmata mostra chiaramente le forti oscillazioni del veicolo.

"Figlio di puttana!" esclama Cernan (“102:45:19 Cernan (in Snoopy): Son of a bitch”, riporta l'Apollo Flight Journal). E poco dopo: “C'è qualcosa che non va con quel giroscopio”. In Italia è già venerdì 23 maggio, sono le 00:34 di notte. Fortunatamente l'emergenza dura meno di un minuto: con il sangue freddo che lo contraddistingue, Stafford, coadiuvato da Cernan, prende in mano i comandi di "Snoopy", stabilizzando il veicolo impazzito.

"Ragazzi, non so cosa diavolo è successo", racconta Cernan ai controllori del volo a Houston, "Che roba! Sembrava di rotolare per tutto il cielo!". Superato l'incidente e distaccato lo stadio di discesa del LM, i due astronauti accendono il motore dello stadio di risalita per portarsi all'appuntamento orbitale con l'astronave madre, dove è rimasto ad attenderli sino ad ora il compagno di avventura John Young.

Dopo una serie di evoluzioni in orbita, una sequenza di tre accensioni dei suoi motori porta il Modulo Lunare a posizionarsi sull'asse del Modulo di Comando e procedere all'attracco. "Houston, Snoopy e Charlie Brown stanno per abbracciarsi", annuncia Cernan poco prima dell'aggancio. 

Alle 04:11 ora italiana, dopo sette ore e mezzo di volo autonomo del LM, avviene il perfetto docking a 110 chilometri di altezza dal suolo lunare. Alle 04:31, Stafford e Cernan, dopo aver trascorso più di dodici ore all'interno di "Snoopy", rientrano attraverso il tunnel di collegamento nel Modulo di Comando.

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Foto AS10-34-5116, scansione di J.L. Pickering.


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Chiusi e sigillati i boccaporti delle due navicelle, viene sganciato lo stadio superiore del Modulo Lunare. Il suo razzo viene tenuto acceso fino all'esaurimento del combustibile, immettendolo in una larga orbita intorno alla Luna.

1969/05/22: Il giorno della "prova generale" dello sbarco lunare da "La Stampa"

L'edizione de "La Stampa" di giovedì 22 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Perfetta regolarità del volo spaziale americano

L'Apollo 10 sta sorvolando la Luna
Oggi manovra di sbarco simulato

La navicella con a bordo i tre piloti Stafford, Young e Cernan, si è inserita in orbita circumlunare alle 21,46 di ieri - Mezz'ora di interruzione (prevista) nei contatti-radio: l'Apollo era al dilà del Satellite, nella zona d'ombra - Stasera il distacco della "scialuppa di discesa", poi il ricongiungimento con l'astronave-madre

(Nostro servizio particolare) Washington, 21 maggio. Siamo ormai giunti al momento più difficile e spettacolare dell'impresa spaziale in corso dell'Apollo 10. E' la prova decisiva, l'ultimo collaudo prima della discesa di un uomo sulla Luna prevista per il prossimo luglio. La navicella d' acciaio con i tre piloti, Stafford, Young e Cernan, levatasi nel cielo azzurro della Florida domenica scorsa, sulla spinta del potente razzo Saturno, ha percorso il lungo viaggio dal nostro pianeta al satellite naturale della Terra, ha superato l'abisso di 380 mila chilometri che separa i due corpi celesti e si è immessa in orbita circumlunare. La astronave ruota ora attorno alla Luna, sollecitata dalle forze gravitazionali, così come la Luna stessa ruota attorno alla Terra, un nuovo astro creato dall'uomo si è aggiunto ai pianeti, ai satelliti, alle comete, alle meteore che da millenni percorrono i loro eterni, immutabili anelli nel sistema solare.

I contatti radio sono regolari, gli uomini si trovano in perfette condizioni di salute ed ostentano buonumore e sicurezza: non c'è da meravigliarsi, tutto è andato sinora così bene che è lecito prevedere che anche domani non si avranno delusioni allorché verranno compiute le delicate manovre intese a staccare dall'Apollo e poi ricongiungere con esso la "scialuppa d'emergenza modulo LEM" e simulare nello stesso tempo lo sbarco di due uomini sulle desolate lande della Luna, e poi la loro partenza e la nuova riunione con la navicella-madre per il ritorno alla Terra.

Ma veniamo alla cronaca. La navicella spaziale ha cominciato a percorrere la prima orbita lunare alle 21,46 (ora italiana) ossia con undici minuti di ritardo rispetto al previsto. Secondo i tecnici della "Nasa", questo leggero ritardo è dovuto al fatto che lunedì gli astronauti hanno compiuto la manovra di correzione della traiettoria" prendendosela un po' comoda". Da ciò consegue che tutte le operazioni lunari di "Apollo 10" si svolgeranno d'ora innanzi con un ritardo di undici minuti.

L'accensione del motore principale della cabina è stata compiuta alle 21,46, da parte del comandante Thomas Stafford. Il motore è rimasto acceso cinque minuti e cinquantatré secondi determinando un rallentamento della velocità della navicella fino al valore di 3270 chilometri l'ora e il conseguente inserimento della capsula in un'orbita circumlunare. In quel momento la navicella si trovava in movimento intorno alla "faccia nascosta" della Luna; naturalmente, in casi del genere, i contatti radio tra la navicella e la Terra rimangono interrotti; si è passata quindi una "mezz'ora di ansiosa attesa" prima che i centri di controllo a terra potessero confermare l'avvenuta riuscita della fondamentale manovra. La prima orbita lunare è molto ellittica, vale a dire allungata nel senso Terra-Luna; fra cinque ore il motore principale verrà azionato nuovamente in modo da trasformare l'orbita da eccentrica in quasi circolare, ad una quota media di circa 120 chilometri dalla superficie della Luna.

L' "Apollo 10" è riapparso alle 22,12 davanti alla faccia visibile della Luna dopo aver girato intorno al satellite. Quando le comunicazioni radio sono state ristabilite il cosmonauta Stafford ha detto: "Potete dire al mondo che siamo arrivati".

La "fase lunare" dell'operazione durerà due giorni e mezzo: domani, essa raggiungerà il suo apice quando il "modulo lunare" con a bordo Stafford e Cernan, staccatosi dall'astronave-madre, circolerà due volte intorno alla Luna ad una distanza minima di circa 16 chilometri da quest'ultima riprendendo fotografie della zona sulla quale dovrà avvenire, in luglio, lo sbarco dei primi astronauti.

Stasera, subito prima di "andare a letto" - se si può usare questa frase per uomini che vivono in condizioni di extragravità - la manovra per l'inserimento in un'orbita circumlunare era compiuta Cernan si è allora introdotto, attraverso lo stretto passaggio collegante i due abitacoli, nel "modulo lunare", allo scopo di controllare ancora una volta se tutto è in ordine in vista della grande prova di domani, le manovre per lo "sbarco simulato".   (r.s.)


Un discorso di Paolo VI sul viaggio dell'Apollo 10

Roma, 21 maggio. L'impresa spaziale dell'"Apollo 10", in viaggio verso la Luna, è stata motivo e tema del discorso che Paolo VI ha rivolto oggi a numerosi gruppi di fedeli e pellegrini convenuti nella Basilica vaticana. I pensieri del mondo - ha detto il Papa - seguono ancora una volta, ma forse questa volta con più intenso interesse, "l'itinerario stupefacente degli astronauti che vanno con impensabile velocità ad esplorare da vicino il satellite della nostra Terra, la Luna quieta amica delle nostre notti, dalla faccia mutevole, fredda ed argentea. Si guarda, si ammira, si riflette, si spera, si prega".

Paolo VI ha quindi affermato che bisogna ammirare queste imprese e che l'ammirazione deve essere rivolta verso l'uomo in cui vi è un riflesso che sa di mistero e di divino. "Questa origine divina, questa potestà dominatrice dell'uomo si illuminano alla nostra mente, diremmo, alla prova dei fatti; questi fatti che stiamo in questi giorni contemplando, che dell'uomo non fanno tanto l'orgoglio, quanto la dignità: non lo insuperbiscono come principio causa di se stesso, ma lo magnificano come capolavoro e come collaboratore di Dio. L'altro sentiero della nostra ammirazione deve essere Dio stesso, che è fonte di tutto, cioè "principio creatore" di ogni cosa. (Ag. Italia)

2009/05/21

1969/05/21: In orbita lunare!

Terzo giorno di navigazione nello spazio per Thomas Stafford, Eugene Cernan e John Young, lungo quella "autostrada" invisibile tracciata dall'equipaggio di Apollo 8 nella prima straordinaria missione umana verso la Luna nel dicembre del 1968. Dopo un viaggio di 384.000 km, i tre astronauti di Apollo 10 si apprestano a diventare un satellite del corpo celeste più vicino alla Terra, secondi rappresentanti del nostro pianeta a sorvolare un mondo ancora poco conosciuto. Il loro difficile ma indispensabile compito è preparare definitivamente la strada ai prossimi futuri esploratori che avranno il privilegio di toccare per primi con i propri scarponi il suolo lunare.

Ad una velocità di 8.850 km l'ora, attratto dalla forza gravitazionale del satellite, Apollo 10 si sta sempre più avvicinando al suo obiettivo. Poche ore prima di iniziare la manovra di ingresso in orbita lunare, Stafford, Young e Cernan effettuano un nuovo collegamento televisivo in diretta con il Centro di controllo di Houston e con i numerosi spettatori sparsi in tutto il mondo, che seguono con grande interesse questo nuovo grande passo dell'umanità al di fuori dei confini del pianeta Terra. Sono trascorse 72 ore e 37 minuti dal momento del distacco dalla rampa 39A; in Italia sono le ore 18:26.

La trasmissione, della durata di 13 minuti, mostra la Terra ormai grande quanto una palla da basket e gli astronauti all'interno della navicella.



Concluso il collegamento televisivo, è giunto il momento a bordo dell'Apollo di prepararsi per la delicata manovra per l'immissione in orbita circumlunare. Con la Luna alle loro spalle, i tre astronauti non possono vederla. Prima che il "treno spaziale" scompaia dietro il corpo celeste, interrompendo in tal modo il collegamento radio con la base di terra, c'è un curioso scambio di battute tra il comandante Stafford e il Centro di controllo in Texas: "Houston, c'è un buio pesto fuori. Non riusciamo a vedere la Luna, ma se voi ci assicurate che è sempre al solito posto, ci fidiamo della vostra parola. In compenso, vediamo la Terra. Ora è piccola come una palla da tennis". "Sei sulla strada giusta, Tom" gli rispondono da terra.

Sono le 16:45 ora della costa orientale degli Stati Uniti, le 21:45 in Italia. A 75 ore e 55 minuti dal decollo, il potente motore SPS (Service Propulsion System) del Modulo di Servizio (SM) viene acceso per cinque minuti e 53 secondi, ponendo il complesso spaziale, composto dal Modulo di Comando e Servizio "Charlie Brown" e dal Modulo Lunare "Snoopy", in orbita intorno alla Luna, ad un'altezza come apocinzio (il punto più alto) di 313 km e un pericinzio (il punto più basso) di 110 km.

La manovra viene effettuata dietro la faccia nascosta del satellite, in condizione di "blackout" nei collegamenti radio con la Terra. Alla base di Houston, gli scienziati e i tecnici della NASA rimangono in ansiosa attesa di nuovi segnali dallo spazio. Finalmente alle 22:12 italiane Apollo 10 riappare di nuovo davanti alla parte a noi visibile della Luna; il collegamento radio viene di nuovo ristabilito: "Ragazzi, potete dire al mondo che siamo arrivati", annuncia il comandante e veterano dello spazio Thomas Stafford.

Meno di cinque ore dopo l'ingresso in orbita lunare, i tre astronauti accendono la telecamera per inviare sul nostro pianeta, distante 384.000 km, le prime immagini televisive a colori della superfice lunare. Per trenta minuti Stafford, Cernan e Young danno agli spettatori sulla Terra un'idea di quello che significa sorvolare zone butterate come il Mare delle Crisi, il Mare della Fertilità, il Mare della Tranquillità. In Italia è già giovedì 22 maggio 1969 e sono le 02:33 di notte.



La prima parte dell'"operazione Luna" è andata in porto nel migliore dei modi. Ora non resta che attendere l'importante e rischiosa manovra che dovranno compiere nella giornata di domani, giovedì 22 maggio 1969, i tre astronauti: il distacco del LEM "Snoopy", la discesa fino a 15 chilometri dalla superfice e il successivo ricongiungimento con la capsula-madre "Charlie Brown".

1969/05/21: Il giorno dell'entrata in orbita lunare da "La Stampa"

Dalla prima pagina de "La Stampa" di mercoledì 21 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


L'Apollo 10 entrerà stasera in orbita intorno alla Luna

Poi le manovre per la prova di sbarco: sarà il momento più difficile - Finora il volo è perfetto: non è stata necessaria nemmeno la prevista correzione di rotta - I tre astronauti stanno bene e sono di ottimo umore

L'Urss (notizia ufficiale) si ritira dalla corsa alla Luna

Washington, 20 maggio. La navicella spaziale Apollo 10 prosegue con la massima regolarità il suo volo verso la Luna, e noi non possiamo che ripeterci, allineando aggettivi su aggettivi per dire che tutto va bene. Dal punto al quale gli astronauti Stafford, Young e Cernan sono arrivati, la Terra appare come un grosso palloncino di gomma per bambini, sullo sfondo nero dell'universo punteggiato di stelle.  Alle 20,35 (italiane) di domani mercoledì la cosmonave si inoltrerà dietro la faccia invisibile della Luna e in quella posizione accenderà il propulsore principale per entrare in orbita circumlunare. Sarà la fase più difficile, con la successiva manovra di sgancio e riaggancio della "scialuppa di sbarco sulla Luna", di tutto il volo. E sarà anche la fase decisiva.
All'odierno controllo, fissato nel primo pomeriggio e compiuto da calcolatori matematici, la traiettoria dell'Apollo è risultata così accurata da rendere inutile la correzione di rotta che era in programma.
Dal Centro di controllo di Houston ha parlato per radio con i colleghi l'astronauta Jack Lousma, comunicando che la prima correzione di rotta, quella di lunedì, era stata sufficiente per indirizzare l'Apollo 10 esattamente nella traiettoria voluta.
 Data la sveglia, Lousma ha esclamato: "Mi pare che voi di lassù siete un po' lenti stamattina. Mi aspettavo di sentirvi balzare a terra tutti insieme prima che finisse di suonare la sveglia". Al che la voce di Cernan ha risposto, da 320.000 chilometri di distanza: "Il fatto è che è un po' difficile, quassù, sapere dove sia il pavimento e dove il soffitto". 
Dopo una gustosa colazione a base di pesche, pancetta, fondants, cioccolato e gli immancabili succhi di frutta, gli astronauti hanno ascoltato il notiziario dalla Terra trasmesso appositamente per loro, e nel quale la loro missione spaziale figura al posto d'onore.
In questa fase di trasferimento dalla Terra alla Luna si cerca di far riposare il più possibile gli astronauti, anche nove o dieci ore, affinché siano perfettamente distesi e riposati per gli impegnativi e rischiosi compiti che li attendono nelle 61 ore e mezzo di volo in orbita lunare. Dopo essere entrati in orbita, infatti, potranno dormire soltanto 3 ore e mezzo la prima notte e 5 ore e mezzo la seconda notte. Una volta ripresa la via della Terra, potranno tornare a dormire a lungo fino alla critica fase dell'ammaraggio nel Pacifico di lunedì prossimo.
Ancora per oggi, gli astronauti non hanno molto da fare, a parte i controlli delle apparecchiature di bordo della navicella madre e del modulo di atterraggio lunare, che finora hanno funzionato perfettamente. Alle 23,49 di stasera si è accesa per la quinta volta la telecamera a colori ed i telespettatori terrestri hanno potuto vedere come vanno le cose a bordo. La trasmissione è durata un quarto d'ora.
Particolare interessante: la grande avventura della prossima navicella della serie "Apollo" (l'undicesima, quella che "scenderà" sulla Luna) si può dire cominciata oggi: ciò è avvenuto quando gli accessi del grande "hangar" di Cape Kennedy sono stati aperti per consentire al gigantesco missile "Saturno", con applicata la navicella, di iniziare il suo trasferimento verso la rampa di lancio. Il volo, che dovrebbe concludersi con la discesa dei primi cosmonauti sul satellite naturale della Terra, è previsto in linea di massima con inizio il 16 luglio prossimo. (Ansa-Reuter)


La dichiarazione russa

(Dal nostro corrispondente) Mosca, 20 maggio. (e.c.) L'Urss ha rinunciato a competere con gli Stati Uniti nell'invio del primo uomo sulla Luna. Lo ha dichiarato pubblicamente, per la seconda giornata consecutiva, il costruttore delle sonde "Venus 5" e "Venus 6", che la scorsa settimana hanno raggiunto Venere. Lo scienziato, di cui si tace il nome (tutto, nel programma spaziale sovietico, è segreto militare), ha oggi ripetuto: "Con equipaggi umani per il momento, noi faremo solo voli orbitali terrestri: il nostro motto è stazioni automatiche, e ancora stazioni automatiche".
 La tesi ufficiale sovietica è che, allo stato attuale delle esplorazioni spaziali, gli strumenti scientifici siano di gran lunga preferibili all'uomo. Inoltre, la tecnica di costruzione e di volo delle capsule non sarebbe ancora abbastanza sviluppata da garantire agli equipaggi la massima sicurezza. "Spesso l'uomo occupa soltanto spazio prezioso e rappresenta un peso in più - hanno detto gli scienziati sovietici - e non è in grado di svolgere i compiti complessi affidate alle macchine, e da esse risolti con estrema precisione".
Di qui, le critiche all'"Apollo 10", le stesse già rivolte all'"Apollo 8". La sua missione è prematura e pericolosa: i tre cosmonauti sono alle prese con l'ignoto: non c'è che da sperare che tutto vada bene. Di qui anche la tendenza a presentare questa impresa come di secondaria importanza nella prospettiva storica delle esplorazioni spaziali.

2009/05/20

1969/05/20: Il tranquillo viaggio verso la Luna di "Charlie Brown" e "Snoopy"

Il viaggio di Apollo 10 prosegue tranquillo, i tre astronauti dai loro oblò vedono la Terra sempre più piccola e la mostrano nei vari collegamenti televisivi ai numerosi spettatori sparsi in tutto il pianeta, grazie alla speciale telecamera a colori dal peso di sette chilogrammi studiata appositamente per questo secondo viaggio dell'uomo verso la Luna.

"Guardare la Terra così lontana è uno spettacolo affascinante", rileva il comandante di Apollo 10. Ribatte il pilota del Modulo Lunare Cernan: "Houston, se qualcuno avesse ancora dei dubbi, posso assicurarvi che la Terra è rotonda e sembrerà ancora più bella e affascinante quando saremo sulla via del ritorno".

Al loro secondo giorno completo nello spazio, Stafford, Cernan e Young sono in perfetta salute, riposati e di ottimo umore, meglio di tutti i colleghi che li hanno preceduti nelle scorse missioni extra-atmosferiche, e così anche il complesso spaziale che li sta portando a velocità pazzesca sempre più vicini al satellite naturale del nostro pianeta.

La traiettoria di Apollo 10 risulta così accurata da non rendere necessaria la correzione di rotta che era prevista per la giornata di oggi. L'entrata in orbita intorno alla Luna è prevista per la giornata di domani, mercoledì 21 maggio, quando in Italia saranno le 20:35. In quel momento i tre astronauti, a bordo della loro navicella, si inoltreranno dietro la faccia nascosta del satellite. Verrà allora acceso l'unico potente motore del Modulo di Servizio per inserire in un'orbita circumlunare ciò che è rimasto del gigantesco veicolo staccatosi 75 ore prima dalla rampa di Cape Kennedy.

La meta è ormai vicina...

La Terra è sempre più lontana per i tre di Apollo 10. Qui il nostro pianeta è fotografato a più di metà del percorso Terra-Luna. Si possono distinguere la parte meridionale del Mediterraneo e l'Africa del nord.

1969/05/20: La prima pagina de "La Stampa"

Dalla prima pagina de "La Stampa" di martedì 20 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

L'ultima prova prima della discesa sul satellite

L'Apollo a metà strada dalla Luna - Sui nostri teleschermi, la Terra

Tutto procede con esattezza cronometrica, meglio che in qualsiasi precedente spedizione spaziale - Stafford, Young e Cernan, chiusi nella navicella d'acciaio, stanno benissimo; lamentano soltanto di sentire un po' di rumore, e dicono che l'acqua non è buona - Eccezionali trasmissioni di dati scientifici e immagini alla base

 Tutto in ordine nella navicella

Washington, 19 maggio. I tre cosmonauti dell'Apollo 10 proseguono "riposati e soddisfatti" - come dice un bollettino di servizio diramato dalla Nasa - il loro viaggio verso la Luna. Gli aggettivi sembrano banali, ma corrispondono alla realtà dei fatti: mai missione "spaziale" è andata così bene. Il comandante dell'equipaggio, Thomas P. Stafford, ha comunicato, nel primo collegamento radio con la Terra dopo che la sveglia di bordo era risuonata alle 15 (ora italiana, con trenta minuti di anticipo sul previsto): "Questa mattina ci sentiamo tutti e tre tremendamente bene".
Tutto a bordo funziona nel migliore dei modi, sebbene i tre cosmonauti abbiano segnalato due inconvenienti - o meglio, fastidi - di diversissima natura. Il primo inconveniente consiste nel rumore provocato dall'entrata in funzione, automatica, dei motori dei razzi direzionali i quali assicurano un lento movimento di rotazione della capsula, al ritmo di un giro (circa) ogni mezz'ora: ciò allo scopo che nessun lato della capsula rimanga esposta troppo a lungo ai raggi solari. La lentezza con cui la rotazione viene compiuta (è stato coniato il curioso termine di "tecnica barbecue", vale a dire "a girarrosto") mira ad evitare disturbi, di qualsiasi natura, ai cosmonauti che, non dimentichiamolo, si trovano in ambiente estraneo alla natura umana, quello dell'imponderabilità. E' accaduto la scorsa notte che i cosmonauti venivano risvegliati dal rumore dei motori ogni qualvolta questi si accendevano. Da terra hanno risposto, un po' imbarazzati un po' divertiti, che il fatto non ha nulla di anormale e che gli astronauti devono soltanto abituarsi al fastidio. Gli esperti hanno comunque consigliato di prendere una pastiglia di sonnifero. E così è avvenuto. Il secondo fastidio segnalato si riferisce al sapore dell'acqua da bere che è risultata eccessivamente ricca di cloro; ciò è espressamente voluto, per impedire possibili contaminazioni batteriche. L'acqua è un "prodotto secondario" della cellula (alimentata con idrogeno ed ossigeno) che fornisce energia elettrica alla capsula. Secondo i tecnici della base, è probabile che nell'acqua prodotta durante la notte, il cloro non si fosse mescolato adeguatamente. Ma anche qui, il rimedio è apparso semplice: è stato consigliato ai cosmonauti di buttar via l'acqua poco buona e di bere il liquido formatosi successivamente.
Come previsto, dopo il risveglio i cosmonauti hanno fatto colazione con macedonia di frutta, fiocchi di cereali ricoperti di zucchero e succo di frutta. Inoltre, Stafford e Cernan hanno consumato un po' di "bacon", mentre Young ha mangiato anche alcuni biscotti alla cioccolata. Durante la colazione essi hanno ascoltato una specie di "giornale radio", letto per loro dai tecnici del Centro di Houston, nel Texas.
Alle 18.49, ora italiana, la navicella aveva coperto più di metà della distanza Terra-Luna, trovandosi a 195.797 chilometri dalla Terra; la sua velocità era ulteriormente discesa, essendo pari a 5802 chilometri all'ora.
La trasmissione televisiva , avvenuta poco più tardi (intorno alle 21 ora italiana), meriterebbe un discorso a parte. La Terra vista sugli schermi, a smaglianti colori, piccola sfera sul nero dello spazio, con continenti e oceani e nuvole bianche. In Europa, sappiamo, le immagini si vedevano solo in bianco e nero. Peccato. La bellezza del nostro pianeta visto dalla profondità dello spazio non è immaginabile. Bisogna vedere. E presto, dopo questo viaggio, nel prossimo luglio, per la prima volta l'uomo porrà piede su un mondo che non è il suo, su quella Luna sognata da tanti poeti, vagheggiata da millenni.
(Ansa - Upi)


La stampa russa elogia il coraggio dei tre piloti

Mosca, 19 maggio.
(e.c.) Tutti i giornali sovietici danno oggi notizia del volo dell'Apollo. In particolare le Izvestia, organo del governo, elogiano il coraggio dei tre astronauti americani ed augurano che la missione abbia successo.

2009/05/19

1969/05/19: In viaggio sull'autostrada che porta alla Luna

La sveglia suonata dal Centro di Controllo di Houston con mezz'ora di anticipo rispetto al piano originale di volo pone fine alla prima notte di sonno nello spazio per Thomas Stafford, Eugene Cernan e John Young. In Italia le lancette dell'orologio segnano le ore 15. I tre astronauti dichiarano di avere dormito abbastanza bene e dunque di sentirsi in perfetta forma.

Si lamentano però della scarsa qualità dell'acqua a bordo e del continuo rumore provocato ogni volta dall'entrata in funzione dei razzi direzionali del Modulo di Servizio (SM), i quali assicurano un lento movimento di rotazione del complesso spaziale. Ciò è indispensabile affinché nessuna parte del "treno spaziale" rimanga esposta troppo a lungo ai raggi del Sole.

Per quanta riguarda il problema dell'acqua, il comandante di Apollo 10 è il primo a segnalarlo alla base a terra: "Houston, l'acqua è veramente orribile, troppo ricca di cloro. Ne ho bevuto poco fa un sorso e mi brucia la bocca. Questo è successo anche a John (Young)". L'acqua a bordo dell'Apollo è un cosiddetto prodotto "secondario" delle cellule, alimentate con l'idrogeno e ossigeno, che forniscono energia elettrica alla capsula.

Dopo una rapida consultazione, i responsabili del settore si rendono conto di aver dato istruzioni sbagliate ai tre astronauti per la clorazione dell'acqua potabile e suggeriscono di aprire la valvola e fare affluire nuova acqua pura; il cloro sarà così diluito e Stafford, Young e Cernan potranno così bere un sorso di buona acqua.

Da registrare un altro piccolo inconveniente: riguarda alcune particelle di fibra di vetro, simili a piccoli fiocchi di neve, che galleggiano all'interno del Modulo di Comando, probabilmente a causa di uno strappo del rivestimento interno del boccaporto della cabina.

Dopo il risveglio, i tre astronauti consumano la loro prima colazione nello spazio composta da bacon, biscotti al cioccolato, fiocchi di cereali, macedonia e succo di frutta, poi si limitano a compiere i soliti lavori di routine: il controllo di tutte le apparecchiature, l'osservazione delle stelle, pulizia della cabina.

Il viaggio di Apollo 10 procede esattamente come previsto. La velocità di 39.000 km l'ora con la quale il veicolo era entrato nel "corridoio lunare" è stata progressivamente ridotta dalla resistenza gravitazionale della Terra a 3.220 km l'ora. Alle 18:49 italiane il treno spaziale composto dal Modulo di Comando e di Servizio "Charlie Brown" e dal Modulo Lunare "Snoopy" ha percorso più della metà della distanza Terra-Luna, trovandosi a 195.000 chilometri dal nostro pianeta.

Due ore dopo, alle 20:49 italiane, i tre pionieri del programma lunare americano riaccendono la telecamera a colori: sui teleschermi a Terra viene irradiato il nuovo spettacolo televisivo, della durata di ventotto minuti, con protagonista ancora una volta il nostro pianeta, lontano più di 209.000 chilometri e degli astronauti all'interno della cabina. "Cameraman" per l'occasione è Eugene Cernan, il pilota del Modulo Lunare.

La prima inquadratura dall'interno della cabina è per John Young, che mostra ai telespettatori tre cartelli, uno raffigurante lo stemma della missione, i due successivi con le mascotte del volo, "Charlie Brown" e "Snoopy". Le successive immagini vedono lo stesso Young a "testa in giù" con al suo fianco Thomas Stafford. Il comandante di Apollo 10 mostra gli strani effetti della mancanza di peso, spostando su e giù Young, toccandolo appena con una mano.

Le ultime immagini del collegamento sono ancora per il nostro pianeta, con in sottofondo la famosa canzone di Frank Sinatra Fly me to the Moon diffusa dal piccolo registratore portato a bordo dall'equipaggio.

Tutto va liscio come l'olio. Lo straordinario percorso Terra-Luna è già stato tracciato dal precedente equipaggio nello storico volo del dicembre 1968 di Apollo 8. Spetta ora agli uomini di Apollo 10 spianare la strada finale per l'approccio diretto di due rappresentanti di tutta l'umanità sulla polverosa e frastagliata superfice della compagna celeste del nostro pianeta nel suo perenne girovagare nell'orbita solare.




Due fotogrammi tratti dalla diretta televisiva dallo spazio di Apollo 10.




1969/05/19: L'inizio del viaggio di Apollo 10 sui quotidiani italiani

La prima pagina de "Il Corriere della Sera" uscita la mattina di lunedì 19 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


"SIAMO SULLA NOSTRA VIA" HA DETTO IL COMANDANTE STAFFORD

APOLLO 10 VERSO LA LUNA

Perfetto lancio da Capo Kennedy - Il razzo Saturno V s'è lasciato dietro una scia di fiamme lunga centocinquanta metri - Prima della partenza, gli astronauti avevano dormito nove ore filate - Il "Lunar Module" è già stato estratto nello spazio dal magazzino della capsula - Lo stadio finale del razzo inviato in un'orbita solare - "Che modo fantastico di vedere un'alba" ha commentato Cernan - Superate difficoltà tecniche

(NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE)  Nuova York, 18 maggio. L'Apollo 10 naviga verso la Luna, portando gli astronauti Thomas Stafford, Eugene Cernan e John Young nella più complessa e rischiosa avventura spaziale finora tentata dall'uomo. Dopo il lancio avvenuto in modo perfetto da capo Kennedy e un paio di orbite di rodaggio e collaudo intorno alla Terra, la capsula è stata proiettata lungo la sua rotta dall'ultimo stadio del razzo Saturno V. Impiegherà quasi tre giorni a raggiungere la remota destinazione e a questo punto avrà inizio la fase critica della missione, con il distacco dalla navicella-madre del Lunar Module, destinato a discendere fino a pochi chilometri dalla superficie del nostro satellite. 
Gli uomini dell'ente spaziale americano hanno definito il volo dell'Apollo 10 "la prova in costume" dello sbarco sulla Luna. Il pittoresco ricorso al gergo teatrale, senza togliere nulla alla drammaticità dell'impresa, ne definisce in realtà fedelmente il significato. Non è la prima volta che un'astronave raggiunge la Luna: vi riuscì l'Apollo 8 con la sua fantastica missione di Natale, nel dicembre scorso. E' non è la prima volta che il Lunar Module, il bizzarro veicolo a forma di ragno di cui gli astronauti americani si serviranno per la discesa sul Mare della Tranquillità, viene sperimentato nello spazio: il suo battesimo cosmico avvenne durante il volo dell'Apollo 9 in marzo.

Gravi incognite

E' però questa la prima volta che le due manovre si svolgono simultaneamente ed è questa combinazione che dà all'impresa cominciata oggi un carattere peculiare e un valore decisivo: dal suo successo dipende se gli americani potranno tentare o meno lo sbarco effettivo sulla Luna alla metà di luglio, come previsto dai programmi della NASA.
Le incognite sono numerose e gravi. Per esempio, come si comporterà il "ragno" (che in marzo fu collaudato in un'orbita terrestre) nell'ambito della gravitazione lunare? E quale sarà il responso dell'osservazione ravvicinata del punto in cui gli astronauti dovrebbero poi sbarcare in luglio? "Se noi non andassimo lassù ad esplorare e studiare - ha detto l'altro giorno il comandante dell'Apollo 10, Stafford - lo sbarco sulla Luna presenterebbe rischi inaccettabili". Ecco dunque la necessità  di questa "prova in costume". Una prova che, fra l'altro, costerà cara ai contribuenti americani: fra spese generali ed equipaggiamenti, gran parte dei quali andranno perduti, il lancio odierno verrà a costare a conti fatti oltre duecento miliardi di lire. 
La cronaca della giornata a Capo Kennedy non offre colpi di scena: la conquista dello spazio, con tutte le sue incredibili complessità, ha ormai una sua routine. Risolti i problemi tecnici che si erano presentati ieri, la fase finale del conteggio alla rovescia si è svolta senza intoppi. Gli astronauti si sono alzati verso le sette, dopo nove ore filate di buon sonno.
Esauriti i consueti preliminari - ultimi controlli medici, un'abbondante colazione a base di bistecche e la complicata cerimonia della vestizione - gli astronauti sono stati portati alla rampa di lancio numero 39, a qualche chilometro di distanza. Alle dieci e mezzo erano già rinchiusi nella cabina dell'Apollo.
Alle 12,49 il lancio, puntualissimo. Il potente razzo Saturno V, alto quanto un edificio di trentasei piani, si è sollevato dapprima con estrema lentezza, poi sempre più sicuro. Bruciava quindici tonnellate di combustibile al secondo, lasciandosi dietro una scia di fiamme lunga centocinquanta metri. Nella sua casa di Houston, Barbara Young, la giovane moglie del pilota della capsula, seguiva il lancio alla televisione e ha esclamato: "E' meraviglioso". Pochi secondi dopo le ha fatto eco il marito, il cui primo commento, ritrasmesso attraverso il collegamento radio con il centro di controllo, è stato appunto: "E' meraviglioso". Una vera dimostrazione di armonia coniugale. 

Il gran balzo

Il primo e il secondo stadio del razzo si sono staccati nel tempo previsto e in undici minuti l'Apollo ha raggiunto la orbita terrestre, nella quale si è stabilizzata prima di avventurarsi nel gran balzo. Era infatti necessario accertarsi che tutto fosse in ordine. Finalmente alle 15,23 (ora della costa atlantica, corrispondenti alle 20,23 in Italia) il comandante Stafford ha riacceso il motore del terzo stadio e il veicolo ha aumentato la velocità da ventottomila a quasi quarantamila chilometri l'ora. Ciò gli ha consentito di sottrarsi alla forza dell'attrazione terrestre e di iniziare la sua fantastica corsa verso la Luna.
In quel momento il "convoglio spaziale" era ancora piuttosto voluminoso. Alla capsula Apollo vera e propria, cioè la cabina che ospita gli astronauti, erano infatti ancora allacciati, oltre al "modulo di servizio" (che contiene combustibile, apparecchiature e rifornimenti vari), anche il "magazzino" o garage del Lunar Module e lo stadio finale del Saturno. Il "ragno" deve essere protetto nella fase del lancio e dell'immissione in orbita, perché la tremenda accelerazione potrebbe danneggiare le sue strutture relativamente fragili. Per liberarlo dal suo rifugio protettivo, gli astronauti hanno sganciato lo Apollo dallo stadio del Saturno e, dopo essersi distanziati di qualche metro, hanno capovolto la capsula. Di prua si sono quindi riavvicinati al "magazzino" che si era nel frattempo aperto e, agganciato il Lunar Module, lo hanno tirato fuori. Lo stadio del razzo aveva ormai esaurito il suo compito: il motore, rimesso in funzione, lo ha proiettato lontano, verso un'orbita solare.
L'Apollo 10 stava sorvolando l'Australia a un'altezza di 180 chilometri quando gli astronauti hanno iniziato la manovra che li ha portati fuori dell'orbita di parcheggio intorno alla Terra. "Siamo sulla nostra via", ha annunciato il comandante Stafford con voce calma. Nell'emisfero australe spuntava il sole. Eugene Cernan ha commentato esteticamente: "Che modo fantastico di vedere un'alba".
Il direttore delle operazioni di lancio, Rocco Petrone, ha dichiarato ai giornalisti che il volo dell'Apollo 10 è finora estremamente buono, con un solo problema di lieve entità.
L'inconveniente si è rivelato in uno dei numerosi impianti di raffreddamento della navicella, che si è probabilmente esaurito. Tuttavia gli astronauti hanno messo in funzione un impianto di riserva, che funziona regolarmente. (Giuseppe Josca)




La cronaca dell'inizio del volo di Apollo 10 su "Stampa Sera" di lunedì 19 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


La prima pagina de "La Nazione" del 19 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).