2009/05/26

1969/05/26: Ultime ore nello spazio e il rientro sulla Terra nell'Oceano Pacifico

Lunedì 26 maggio 1969: è il giorno programmato dal piano di volo per il ritorno sulla Terra dell’equipaggio di Apollo 10. Dopo la consueta sveglia dal Centro di Controllo di Houston e una ricca e abbondante colazione, Stafford, Cernan e Young si preparano ad affrontare la loro ultima giornata completa nello spazio.

Prima di iniziare le manovre per la fase di rientro nell'atmosfera, i tre astronauti accendono per l'ultima volta la telecamera a colori che in questi otto giorni di volo ha inviato sulla Terra fantastiche immagini del nostro pianeta e del suo satellite naturale. Sono trascorse 186 ore e cinquantuno minuti dall'inizio della seconda missione lunare umana verso la Luna. In Italia l'orologio segna le 12:40, ora di pranzo.

La trasmissione è breve, solo undici minuti, e mostra i tre astronauti visibilmente stanchi dal lungo viaggio Terra-Luna-Terra, ma sereni e "sbarbati", dopo l'"operazione rasatura" effettuata con successo il giorno precedente, pronti per ritornare a casa e respirare fra poche ore l'aria fresca marina dell'Oceano Pacifico.



Terminato il collegamento, è il momento di sistemare a dovere l'interno della cabina dell'Apollo: i tre astronauti ripongono tutti gli oggetti mobili, aggiornano il calcolatore di bordo, si rimettono le stesse tute indossate al momento del lancio il 18 maggio e si assicurano con le cinghie, visto le tremende sollecitazioni che il veicolo spaziale dovrà subire al momento di attraversare gli strati densi dell'atmosfera.

Dopo 191 ore e 33 minuti di volo, alle 17.22 italiane, Stafford, Cernan e Young iniziano le manovre di rientro: sganciano il Modulo di Comando (CM), dove sono alloggiati, dal Modulo di Servizio (SM), capovolgendolo per collocare lo scudo termico in direzione dell'ormai prossima atmosfera terrestre.

L'incontro con i primi strati dell'atmosfera che proteggono il nostro pianeta dalle radiazioni cosmiche avviene ad un'altitudine di 122.000 metri dalla superficie terrestre e alla velocità di 39.600 km orari. A causa della compressione dell’aria di fronte al veicolo spaziale, si sviluppa intorno ad esso una temperatura di 2.800 gradi, impedendo ogni forma di comunicazione tra i tre dell'Apollo e la base di controllo sulla Terra. E' il momento del "blackout" radio, l'ultima grande "suspense" del memorabile volo di Stafford, Young e Cernan.

Raffigurazione artistica della capsula Apollo 10 al momento del rientro nell'atmosfera terrestre (fonte: Spacefacts).


Per la prima volta nella storia delle esplorazioni spaziali, il rientro di una navicella con a bordo un equipaggio umano può essere seguito in diretta attraverso la televisione in quasi tutto il mondo. Sui teleschermi, Apollo 10 appare come un puntino luminoso nel cielo nero dello spazio: una piccola luce seguita da una lunga scia di fiamme rosa, come un bolide celeste che cade in un cielo terso d'estate.

Alle 17:42 italiane, dopo quattro minuti di silenzio, viene ripristinato il collegamento radio con la capsula. Alle 17:46, i primi paracadute dal diametro di cinque metri si aprono, rallentando la velocità di rientro della navicella, ciò che rimane dell'immenso colosso staccatosi dalla rampa di lancio di Cape Kennedy.

Cinque minuti dopo anche i tre grandi paracadute principali si dispiegano. Alle 17:52 il perfetto "splashdown" nelle acque dell'Oceano Pacifico, a circa 560 chilometri ad est di Pago Pago e a circa sei chilometri dalla portaerei di recupero "Princeton". Durata dello straordinario viaggio, preparatorio del prossimo primo sbarco umano sulla Luna previsto per il prossimo luglio: otto giorni, tre minuti e ventidue secondi.

Il rientro di Apollo 10 nell'Oceano Pacifico, fotografato da un elicottero.


Foto AP10-S69-21036, scansione NASA.


Ha inizio il recupero degli astronauti dalla capsula Apollo dove hanno vissuto per più di otto giorni.


Mezz'ora più tardi, gli uomini di Apollo 10 sono già a bordo della portaerei, che ha steso sul ponte di comando il tradizionale tappeto rosso, simbolo che gli Stati Uniti d'America riserva alle più importanti personalità. I tre uomini dalle NASA appaiono in buona salute e felici per il buon esito della missione a loro affidata.

Il comandante di Apollo 10, Thomas Stafford, rivolge un breve saluto all'equipaggio imbarcato sulla portaerei di recupero "Princeton". Alle sue spalle gli altri due grandi protagonisti della missione, John Young e Eugene Cernan.


Non è passata un'ora da quando i tre astronauti hanno messo piede sulla portaerei, che Thomas O. Paine, direttore della NASA, l'ente spaziale americano, si reca nel salone delle conferenze del Centro Spaziale di Houston per leggere questa dichiarazione: "Esattamente otto anni ieri, gli Stati Uniti presero la decisione di far discendere uomini sulla Luna e di farli tornare a casa sani e salvi entro la fine del presente decennio. Oggi, in questo momento, dopo il felice arrivo dell'equipaggio dell'Apollo 10 a bordo della Princeton, sappiamo che possiamo andare sulla Luna. E andremo sulla Luna. Tom Stafford, John Young e Eugene Cernan ci hanno definitivamente incoraggiato a compiere questo ardito passo".