2009/05/22

1969/05/22: Il grande giorno. Si sfiora la Luna

Giovedì 22 maggio 1969: è il grande giorno per Thomas Stafford, John Young e Eugene Cernan. Oggi i compiti affidati dal rigoroso piano di volo debbono essere portati a termine nel miglior modo possibile. Non solo per la missione stessa di Apollo 10, ma per l'intero programma lunare americano. Dalla riuscita delle difficili manovre previste per oggi, le quarte dall'inizio del viaggio, dipende la straordinaria possibilità di far sbarcare il primo equipaggio umano sulla Luna verso la seconda metà di luglio di questo anno storico per l'astronautica.

Dopo la consueta sveglia data dal Centro di Controllo di Houston, consumata una rapida colazione, Cernan e Stafford strisciano attraverso il condotto di collegamento all'interno di "Snoopy" (questo il nome dato dagli stessi astronauti al Modulo Lunare o LM), lasciando il solo John Young a bordo del Modulo di Comando "Charlie Brown".

Dopo aver controllato tutti i dispositivi, i due astronauti sono pronti alla separazione quando da Houston viene riscontrato uno slittamento di tre gradi del "collare" di congiungimento tra le due navicelle principali: la capsula Apollo e il LM non sono più allineati. C'è un rischio: se l'inclinazione aumentasse, se cioè lo sfasamento progredisse fino a raggiungere un valore di sei gradi, il Modulo Lunare e la capsula Apollo, una volta separatisi, non avrebbero più possibilità di ricongiungersi. "Se lo slittamento del "collare" arriva a sei gradi, rinunciate alla manovra di separazione", consigliano da Houston agli astronauti.

Poco dopo aver ricevuto queste ultime istruzioni, il complesso spaziale sparisce dietro la faccia a noi nascosta della Luna, interrompendo tutte le comunicazioni con la Terra. Seguono quaranta minuti di tensione. Si teme che tutto sia compromesso e che Apollo 10 debba concludere la missione con la rinuncia alla parte più importante del programma di volo. Alla base di controllo di Houston l'attesa è snervante ed angosciosa.

Sono le ore 20:00 ora italiana quando giunge a terra la voce di Stafford: "Houston, riceviamo i vostri dati di nuovo chiaramente. Siamo a dieci metri da Charlie Brown e procediamo in formazione". Il LM e l'Apollo si sono quindi regolarmente separati e poco dopo, alle 20:18 italiane, una trasmissione televisiva in diretta ne dà la conferma. È John Young, da bordo della navicella madre, che punta la telecamera attraverso uno dei finestrini del Modulo di Comando, sul buffo "ragno lunare" e così in tutte le televisioni del mondo, a colori o in bianco e nero, si può vedere "Snoopy" che fluttua sicuro nello spazio circumlunare, mentre gira lentamente su se stesso in una sorta di "balletto cosmico" senza precedenti.

La diretta televisiva della CBS del distacco del Modulo Lunare "Snoopy" dal Modulo di Comando "Charlie Brown".


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Foto AS10-34-5066, scansione JSC.


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Dopo aver viaggiato in formazione per circa un'ora e mezza, ad una distanza di 15 metri, il LEM e l'astronave Apollo si separano rapidamente. "Adios, ci rivedremo fra sei ore!", esclama Young, mentre la telecamera mostra il rapido aumento della distanza tra "Snoopy" e "Charlie Brown". "Divertiti mentre noi siamo via", risponde Cernan.

Alle 21:35 ora italiana, a 99 ore e 46 minuti dal distacco della rampa di lancio di Cape Kennedy e a quasi 400.000 chilometri dal loro pianeta, Eugene Cernan accende il motore di discesa del LM avvicinandolo sempre di più alla quota stabilita dal piano di volo. Con il progredire degli eventi in vista della discesa fino a 15.000 metri dalla superficie della Luna, la spensieratezza e l'umorismo che avevano sin qui contraddistinto il viaggio dell'equipaggio di Apollo 10 diminuiscono. Gli scambi di battute con la base a terra diventano brevi e secchi: sono ore cariche di tensione.

Alle 22:21 italiane arriva l'annuncio più atteso con le parole entusiaste del pilota di "Snoopy" Cernan: "Ragazzi, ci siamo! Ci siamo proprio sopra! Stiamo scendendo, vi dico, siamo vicini. Ci siamo!". Il Modulo Lunare, la scialuppa di discesa staccatasi dal Modulo di Comando circa due ore e mezza prima, ha raggiunto la minima quota prevista dalla superfice lunare. "Formidabile, fantastico, incredibile!", ripetono più volte i protagonisti della seconda missione umana verso la Luna.

Durante il primo sorvolo ravvicinato alla velocità di 6.000 km orari, i primi due uomini ad osservare così da vicino la desolata e frastagliata superfice selenica descrivono il Mare della Tranquillità, la zona prescelta per l'atterraggio di Apollo 11. "La parte che stiamo sorvolando", dice Stafford, "è molto liscia, simile ad argilla bagnata. Ricorda il letto asciutto di un fiume del Nuovo Messico o dell'Arizona".

"Riusciamo a distinguere molti particolari della superficie", prosegue il comandante di Apollo 10, "massi, piccoli crateri e profonde fenditure". La nitidezza del paesaggio che scorre sotto agli occhi dei due astronauti, mancando qualsiasi atmosfera, nubi, nebbia o gas, è straordinaria.

Durante i due passaggi a bassa quota dal suolo, Stafford e Cernan eseguono una serie di riprese fotografiche e cinematografiche e collaudano un nuovo tipo di radar che servirà a fornire dati per l'allunaggio vero e proprio.

Al termine della seconda orbita, gli astronauti a bordo di "Snoopy" danno inizio alla manovra più emozionante, quella che simula il decollo dalla superficie della Luna separando lo stadio di discesa del Modulo Lunare da quello superiore dove si trovano Stafford e Cernan. Ma poco prima che questo avvenga il LM comincia ad oscillare e a ruotare paurosamente, sbattendo i due piloti contro le sottili pareti dell'abitacolo e le delicate apparecchiature di bordo. La ripresa filmata mostra chiaramente le forti oscillazioni del veicolo.

"Figlio di puttana!" esclama Cernan (“102:45:19 Cernan (in Snoopy): Son of a bitch”, riporta l'Apollo Flight Journal). E poco dopo: “C'è qualcosa che non va con quel giroscopio”. In Italia è già venerdì 23 maggio, sono le 00:34 di notte. Fortunatamente l'emergenza dura meno di un minuto: con il sangue freddo che lo contraddistingue, Stafford, coadiuvato da Cernan, prende in mano i comandi di "Snoopy", stabilizzando il veicolo impazzito.

"Ragazzi, non so cosa diavolo è successo", racconta Cernan ai controllori del volo a Houston, "Che roba! Sembrava di rotolare per tutto il cielo!". Superato l'incidente e distaccato lo stadio di discesa del LM, i due astronauti accendono il motore dello stadio di risalita per portarsi all'appuntamento orbitale con l'astronave madre, dove è rimasto ad attenderli sino ad ora il compagno di avventura John Young.

Dopo una serie di evoluzioni in orbita, una sequenza di tre accensioni dei suoi motori porta il Modulo Lunare a posizionarsi sull'asse del Modulo di Comando e procedere all'attracco. "Houston, Snoopy e Charlie Brown stanno per abbracciarsi", annuncia Cernan poco prima dell'aggancio. 

Alle 04:11 ora italiana, dopo sette ore e mezzo di volo autonomo del LM, avviene il perfetto docking a 110 chilometri di altezza dal suolo lunare. Alle 04:31, Stafford e Cernan, dopo aver trascorso più di dodici ore all'interno di "Snoopy", rientrano attraverso il tunnel di collegamento nel Modulo di Comando.

Foto AS10-34-5109.


Foto AS10-27-3856.


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Foto AS10-34-5116, scansione di J.L. Pickering.


Foto AS10-34-5117, scansione JSC.


Foto AS10-27-3873.

Chiusi e sigillati i boccaporti delle due navicelle, viene sganciato lo stadio superiore del Modulo Lunare. Il suo razzo viene tenuto acceso fino all'esaurimento del combustibile, immettendolo in una larga orbita intorno alla Luna.