2009/05/27

1969/05/27: Lo straordinario successo del volo di Apollo 10 sulla stampa italiana

Il rientro sulla Terra di Stafford, Young e Cernan nella prima pagina de "La Stampa" di martedì 27 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


Perfetta conclusione dell'avventura spaziale

A bordo della portaerei spiegano com'è la Luna
L'"Apollo" si è posato sulle onde del Pacifico alle 17,52 di ieri, all'ora voluta e nel punto prestabilito - Spasmodica attesa durante l'interruzione dei contatti radio - I tre astronauti sono "in ottima forma" - Hanno compiuto la più ardita impresa mai tentata dall'uomo; in luglio lo sbarco sul Satellite

(Nostro servizio particolare) Washington, 26 maggio. Il fantastico viaggio dell'Apollo 10 dalla Terra alla Luna - con ricognizione ravvicinata del satellite fino a quindici chilometri di quota e manovra di sbarco simulato sulla superficie lunare, sfiorando quasi crateri e picchi di quel mondo - si è concluso questa sera in un modo che no è retorica definire trionfale. La discesa nel Pacifico, ad oriente delle Isole Samoa, è avvenuto all'ora prestabilita, nel punto di mare previsto, con così assoluta rispondenza ai calcoli dei tecnici che si è potuto vedere alla televisione con impressionante chiarezza la capsula reduce dallo spazio cullarsi lentamente nel cielo appesa a tre giganteschi paracadute e posarsi lieve sulle onde appena appena increspate dell'oceano.
La manovra di discesa e recupero della capsula che recava a bordo i tre astronauti ha avuto inizio alle 17,22 (ora italiana) quando il "modulo di servizio", contenente il motore principale, che era stato azionato per sottrarre la navicella alla forza di attrazione lunare e avviarla verso terra, è stato sganciato e abbandonato nello spazio. Il "modulo di comando" ha proceduto quindi nel suo tragitto in direzione dell'oceano Pacifico, ad una velocità di circa 39.800 chilometri orari. La manovra di separazione dei due "moduli" è avvenuta conformemente ai piani, mentre "Apollo 10" passava al di sopra della costa occidentale dell'Australia. "Il modulo di comando" - a forma di cono dalla larga base - ha compiuto un capovolgimento che ha collocato in direzione dell'atmosfera terrestre la parte allargata, vale a dire lo scudo protettivo antitermico, capace di assorbire l'enorme calore (la temperatura viene valutata in circa 3000 gradi centigradi) provocato dall'attrito dell'aria contro le pareti della capsula.
Alle 17,37 la cabina spaziale ha raggiunto i primi strati dell'atmosfera ed ha così avuto inizio il breve periodo di interruzione dei contatti radiofonici, previsto e inevitabile, ma sempre gravido di suspense. In quel momento la navicella distava poco più di 181 chilometri dalla Terra. Alle 17,52 la capsula è ammarata nelle acque del Pacifico, a poco più di due chilometri di distanza dalla "Princeton". Il paracadute principale destinato a rallentare la discesa si era aperto alle 17,47. 
L'ammaraggio è avvenuto esattamente 192 ore e 3 minuti dopo la partenza da Cape Kennedy.
Durante l'attraversamento dell'atmosfera terrestre la cabina è stata sottoposta ad una forza di gravità sette volte superiore a quella normalmente avvertita sulla superficie della Terra. Essa si è inserita, con una angolazione di 6,5 gradi, nel "corridoio di sicurezza" largo 60 chilometri fissato per assicurare il rientro ed evitare il duplice pericolo di una disintegrazione al contatto con l'aria e di uno "scivolamento" verso un'orbita solare senza fine.
Alcuni "uomini rana", gettatasi in acqua dagli elicotteri, hanno disposto intorno alla capsula una cintura di galleggiamento ed hanno stabilito il contatto telefonico con l'equipaggio. 
In prossimità della capsula erano state disposte anche alcune zattere di gomma. Poi, circa 25 minuti dopo l'ammaraggio, gli "uomini rana" hanno aperto il portello per consentire l'uscita dei cosmonauti, il loro passaggio su una delle zattere di gomma ed infine il loro trasferimento (a mezzo di un cavo) sull'elicottero che li ha trasferiti sul ponte della portaelicotteri.
Sorridenti e distesi, i tre cosmonauti sono scesi dall'elicottero sul ponte della Princeton, ricevuti dagli applausi dei marinai dell'equipaggio, i quali avevano disposto per loro, sul ponte, un tappeto rosso. Erano esattamente le 18,30. Per primo ha posto piede sulla nave Eugene Cernan, seguito da John Young e Thomas Stafford. Con la massima tranquillità hanno cominciato a parlare: ora riferiranno ai tecnici i particolari del loro viaggio e diranno che cosa hanno visto della Luna.
Il primo sbarco umano sul Satellite è fissato, in linea di massima, per il prossimo luglio. (a.b.)



Messaggio di Saragat

Roma, 26 maggio. Il Presidente della Repubblica Saragat ha fatto pervenire al Presidente degli Stati Uniti d'America, Richard Nixon, un caloroso messaggio nel quale vengono formulate a nome di tutto il popolo italiano le più vive felicitazioni per l'esito dell'impresa di Apollo 10. (Ansa)


Il felice ritorno sul nostro pianeta dell'equipaggio di Apollo 10 capeggia sulla prima pagina del quotidiano "La Nazione" del 27 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).