2009/05/19

1969/05/19: L'inizio del viaggio di Apollo 10 sui quotidiani italiani

La prima pagina de "Il Corriere della Sera" uscita la mattina di lunedì 19 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


"SIAMO SULLA NOSTRA VIA" HA DETTO IL COMANDANTE STAFFORD

APOLLO 10 VERSO LA LUNA

Perfetto lancio da Capo Kennedy - Il razzo Saturno V s'è lasciato dietro una scia di fiamme lunga centocinquanta metri - Prima della partenza, gli astronauti avevano dormito nove ore filate - Il "Lunar Module" è già stato estratto nello spazio dal magazzino della capsula - Lo stadio finale del razzo inviato in un'orbita solare - "Che modo fantastico di vedere un'alba" ha commentato Cernan - Superate difficoltà tecniche

(NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE)  Nuova York, 18 maggio. L'Apollo 10 naviga verso la Luna, portando gli astronauti Thomas Stafford, Eugene Cernan e John Young nella più complessa e rischiosa avventura spaziale finora tentata dall'uomo. Dopo il lancio avvenuto in modo perfetto da capo Kennedy e un paio di orbite di rodaggio e collaudo intorno alla Terra, la capsula è stata proiettata lungo la sua rotta dall'ultimo stadio del razzo Saturno V. Impiegherà quasi tre giorni a raggiungere la remota destinazione e a questo punto avrà inizio la fase critica della missione, con il distacco dalla navicella-madre del Lunar Module, destinato a discendere fino a pochi chilometri dalla superficie del nostro satellite. 
Gli uomini dell'ente spaziale americano hanno definito il volo dell'Apollo 10 "la prova in costume" dello sbarco sulla Luna. Il pittoresco ricorso al gergo teatrale, senza togliere nulla alla drammaticità dell'impresa, ne definisce in realtà fedelmente il significato. Non è la prima volta che un'astronave raggiunge la Luna: vi riuscì l'Apollo 8 con la sua fantastica missione di Natale, nel dicembre scorso. E' non è la prima volta che il Lunar Module, il bizzarro veicolo a forma di ragno di cui gli astronauti americani si serviranno per la discesa sul Mare della Tranquillità, viene sperimentato nello spazio: il suo battesimo cosmico avvenne durante il volo dell'Apollo 9 in marzo.

Gravi incognite

E' però questa la prima volta che le due manovre si svolgono simultaneamente ed è questa combinazione che dà all'impresa cominciata oggi un carattere peculiare e un valore decisivo: dal suo successo dipende se gli americani potranno tentare o meno lo sbarco effettivo sulla Luna alla metà di luglio, come previsto dai programmi della NASA.
Le incognite sono numerose e gravi. Per esempio, come si comporterà il "ragno" (che in marzo fu collaudato in un'orbita terrestre) nell'ambito della gravitazione lunare? E quale sarà il responso dell'osservazione ravvicinata del punto in cui gli astronauti dovrebbero poi sbarcare in luglio? "Se noi non andassimo lassù ad esplorare e studiare - ha detto l'altro giorno il comandante dell'Apollo 10, Stafford - lo sbarco sulla Luna presenterebbe rischi inaccettabili". Ecco dunque la necessità  di questa "prova in costume". Una prova che, fra l'altro, costerà cara ai contribuenti americani: fra spese generali ed equipaggiamenti, gran parte dei quali andranno perduti, il lancio odierno verrà a costare a conti fatti oltre duecento miliardi di lire. 
La cronaca della giornata a Capo Kennedy non offre colpi di scena: la conquista dello spazio, con tutte le sue incredibili complessità, ha ormai una sua routine. Risolti i problemi tecnici che si erano presentati ieri, la fase finale del conteggio alla rovescia si è svolta senza intoppi. Gli astronauti si sono alzati verso le sette, dopo nove ore filate di buon sonno.
Esauriti i consueti preliminari - ultimi controlli medici, un'abbondante colazione a base di bistecche e la complicata cerimonia della vestizione - gli astronauti sono stati portati alla rampa di lancio numero 39, a qualche chilometro di distanza. Alle dieci e mezzo erano già rinchiusi nella cabina dell'Apollo.
Alle 12,49 il lancio, puntualissimo. Il potente razzo Saturno V, alto quanto un edificio di trentasei piani, si è sollevato dapprima con estrema lentezza, poi sempre più sicuro. Bruciava quindici tonnellate di combustibile al secondo, lasciandosi dietro una scia di fiamme lunga centocinquanta metri. Nella sua casa di Houston, Barbara Young, la giovane moglie del pilota della capsula, seguiva il lancio alla televisione e ha esclamato: "E' meraviglioso". Pochi secondi dopo le ha fatto eco il marito, il cui primo commento, ritrasmesso attraverso il collegamento radio con il centro di controllo, è stato appunto: "E' meraviglioso". Una vera dimostrazione di armonia coniugale. 

Il gran balzo

Il primo e il secondo stadio del razzo si sono staccati nel tempo previsto e in undici minuti l'Apollo ha raggiunto la orbita terrestre, nella quale si è stabilizzata prima di avventurarsi nel gran balzo. Era infatti necessario accertarsi che tutto fosse in ordine. Finalmente alle 15,23 (ora della costa atlantica, corrispondenti alle 20,23 in Italia) il comandante Stafford ha riacceso il motore del terzo stadio e il veicolo ha aumentato la velocità da ventottomila a quasi quarantamila chilometri l'ora. Ciò gli ha consentito di sottrarsi alla forza dell'attrazione terrestre e di iniziare la sua fantastica corsa verso la Luna.
In quel momento il "convoglio spaziale" era ancora piuttosto voluminoso. Alla capsula Apollo vera e propria, cioè la cabina che ospita gli astronauti, erano infatti ancora allacciati, oltre al "modulo di servizio" (che contiene combustibile, apparecchiature e rifornimenti vari), anche il "magazzino" o garage del Lunar Module e lo stadio finale del Saturno. Il "ragno" deve essere protetto nella fase del lancio e dell'immissione in orbita, perché la tremenda accelerazione potrebbe danneggiare le sue strutture relativamente fragili. Per liberarlo dal suo rifugio protettivo, gli astronauti hanno sganciato lo Apollo dallo stadio del Saturno e, dopo essersi distanziati di qualche metro, hanno capovolto la capsula. Di prua si sono quindi riavvicinati al "magazzino" che si era nel frattempo aperto e, agganciato il Lunar Module, lo hanno tirato fuori. Lo stadio del razzo aveva ormai esaurito il suo compito: il motore, rimesso in funzione, lo ha proiettato lontano, verso un'orbita solare.
L'Apollo 10 stava sorvolando l'Australia a un'altezza di 180 chilometri quando gli astronauti hanno iniziato la manovra che li ha portati fuori dell'orbita di parcheggio intorno alla Terra. "Siamo sulla nostra via", ha annunciato il comandante Stafford con voce calma. Nell'emisfero australe spuntava il sole. Eugene Cernan ha commentato esteticamente: "Che modo fantastico di vedere un'alba".
Il direttore delle operazioni di lancio, Rocco Petrone, ha dichiarato ai giornalisti che il volo dell'Apollo 10 è finora estremamente buono, con un solo problema di lieve entità.
L'inconveniente si è rivelato in uno dei numerosi impianti di raffreddamento della navicella, che si è probabilmente esaurito. Tuttavia gli astronauti hanno messo in funzione un impianto di riserva, che funziona regolarmente. (Giuseppe Josca)




La cronaca dell'inizio del volo di Apollo 10 su "Stampa Sera" di lunedì 19 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).


La prima pagina de "La Nazione" del 19 maggio 1969 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).